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(it) Italy, IFA, UCADI #200 - A proposito di periferie (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Sat, 4 Oct 2025 08:44:36 +0300
Oggi, si assiste globalmente a un fenomeno di "concentrazione urbana del
disagio e della povertà", ovvero del progressivo confluire in contesti
urbani di fette ampie di popolazione soggette a fenomeni di
marginalizzazione ed esclusione sociale che sono purtroppo in crescita,
specialmente in quei contesti a maggior urbanizzazione, dove raramente
si è tentato di mettere in campo pratiche inclusive e accedere alle
risorse primarie, come case sicure e pulite, ma anche aree verdi,
cruciali per la socialità.
Un'analisi seria non potrebbe che partire dalla consapevolezza che in
questi luoghi si concentra l'emarginazione e si creano le condizioni per
sviluppare criminalità e disillusione, dove dolore o senso di abbandono
e rabbia diventano due facce della stressa medaglia. Se guardiamo i dati
Istat, ed i diversi e diffusi studi di sociologia urbana e di analisi
delle città, non si può non prendere atto che migliaia di ragazzi vivono
in contesti assolutamente privi di bellezza e di quegli stimoli
necessari ad assicurare possibilità concrete di realizzarsi come persone
di una società cosiddetta civile. L'ISTAT stima in oltre 2 milioni le
famiglie in povertà e con oltre un 30% del totale che fa fatica ad
arrivare a fine mese e che vivono prevalentemente negli hinterland delle
aree urbane per cui è evidente che nelle periferie degradate delle città
si concentrano quindi non soltanto giovani emarginati, ma anche giovani
poveri.
Lo smantellamento delle strutture produttive e la delocalizzazione delle
attività manifatturiere ed industriali hanno contribuito a creare aree
dismesse, sempre più degradate, consegnate alla speculazione edilizia e
agli investimenti immobiliari a carattere speculativo, destinati
soprattutto nelle città a vocazione turistica ad ospitare B&B e
abitazioni ad affitti brevi, contribuendo alla terziarizzazione di molte
aree urbane.
Queste riflessioni di carattere generale costituiscono il contesto in
cui inserire ulteriori considerazioni relative all'ambiente e agli spazi
che caratterizzano le periferie, dove prevale da sempre la logica di
aree impersonali e incapaci di essere fattore di identità, con la
conseguenza di favorire l'affermazione di immagini negative. Nelle
periferie, così come nelle borgate storiche non vi sono cinema, né
teatri, né biblioteche, né centri in cui ritrovarsi. Necessiterebbe
quindi di modificare e invertire questo stato di cose.
Diventa fondamentale intervenire sull'attuale conformazione spaziale e
ricostruire connessioni e collegamenti con il resto della città in
maniera non episodica e improvvisata ma con progetti organici. Si deve
scegliere se procedere per "rammendi" come suggerito da Renzo Piano, ma
continuando a delegare l'assistenza e l'attenzione ai problemi socio
economici, a forme di volontariato o a risorse pubbliche residuali,
oppure decidere di intervenire anche con modalità più radicali. Una
politica di riqualificazione ed integrazione di questi luoghi diventa
necessaria attraverso la creazione di contesti diversi, seguendo il
metodo dell'urbanistica partecipata, dell'ascolto e del confronto,
mettendo in campo risorse culturali e relazioni innovative che diventino
riferimento metodologico a cui ricorrere per ogni intervento sul territorio,
sin dalla pianificazione per poi calarlo nelle diverse fasi della
progettazione, della realizzazione, fino alla gestione delle opere, una
volta messe a disposizione dei cittadini.
Bisogna mettere in campo strumenti nuovi che consentano l'integrazione
delle periferie con il resto della città e/o dell'area metropolitana
sotto i diversi aspetti dell'economia e dei trasporti, ma anche in
termini di pensiero e di scambio culturale, creando strumenti stabili e
occasioni sistemiche. Insomma il problema del modo più adeguato per
contrastare i fenomeni di marginalità ed esclusione sociale necessita di
risposte innovative rispetto alle tradizionali modalità di intervento
del settore pubblico, strumenti che devono avere l'obiettivo di ricucire
il contesto periferico con la grande scala, attraverso percorsi di
rigenerazione urbana fondati sull'integrazione sociale e funzionale, in
cui la sostenibilità svolge un ruolo cruciale, sia per minimizzare
l'impatto ambientale e sia per massimizzare il benessere della cittadinanza.
E' evidente che un approccio di questo tipo richiede modelli di gestione
amministrativa e quindi di governance nuovi poiché ogni città ha
caratteristiche territoriali, ambientali differenti, con potenzialità di
crescita e di miglioramento della qualità della vita che vengono tarpate
da un sistema amministrativo arcaico e inefficiente, le città hanno
necessità di realizzare sistemi urbani secondo i nuovi paradigmi della
sostenibilità e della connessione digitale, favorendo anche forme di
autogoverno e di democrazia partecipata in cui innestare modelli di
integrazione sociale spinta favorita da una
nuova offerta di qualità della vita e di servizi.
Tonino Coscarella
https://www.ucadi.org/2025/09/04/a-proposito-di-periferie/
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