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(it) Italy, IFA, UCADI #200 - Il Governo alla prova delle regionali (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Fri, 3 Oct 2025 08:46:23 +0300
Il 28 Settembre inizia una tornata di elezioni regionali che nell'arco
di alcuni mesi coinvolgerà ben 7 Regioni Puglia, Calabria, Campania,
Marche, Toscana, Veneto e Valle D'Aosta. Benché non si tratti di
elezioni politiche la scadenza viene vista come un'occasione per mettere
alla prova la capacità di tenuta del Governo, ma, stante la posta in
palio, le indicazioni che potranno essere ricavate dal voto degli
elettori sono sicuramente fuorvianti. Al momento sembra che quattro
Regioni dovrebbero andare ad una maggioranza di centrosinistra, due al
centrodestra e la settima, la Val d'Aosta, presenta incognite dovute
alla presenza di formazioni politiche etnico-linguistiche.
Nelle Regioni attualmente governate da giunte di sinistra il personale
politico di governo si presenta come espressione di lobby consolidate
che operano per difendere interessi ben definiti e consolidati,
rigorosamente rappresentati col bilancino all'interno delle liste e
delle candidature proposte. Nulla dovrebbe cambiare e le opposizioni
sono relegate ad un ruolo di testimonianza, benché godano del sostegno
del Governo centrale che riesce soltanto a fatica a concedere qualche
favore sul territorio e a guadagnarsi quindi in tal modo un maggiore
consenso. Appare invece contendibile la Presidenza della Regione Marche
contesa tra il proconsole meloniano Francesco Acquaroli e l'ex renziano
Matteo Ricci, tecnocrate abile e accorto. Il degrado progressivo
dell'economia regionale delle Marche, in gran parte dovuto alla
congiuntura internazionale, lo stato disastroso della gestione del
servizio sanitario regionale, invece attribuibile direttamente
all'attuale governatore sono temi che dovrebbero fare da volano a una
vittoria elettorale della "sinistra" e dar luogo ad un cambio di mano
nella gestione regionale che navigherebbe verso precedenti e consolidati
equilibri politici ed interessi.
Sembra essere diventata contendibile anche la Calabria il cui Presidente
Roberto Occhiuto (FI) ha dato le dimissioni, convocando contestualmente
nuove elezioni. Intende in questo modo rispondere alle indagini per
corruzione delle quali è oggetto sottoponendosi al lodo degli elettori
Alla sua candidatura la sinistra contrappone quella dell'ex Presidente
dell'INPS Giuseppe Tridico, del quale ad oggi si ignora il programma in
una Regione che svolge oggi un ruolo chiave perché sul suo territorio
stanno per riversarsi gli investimenti legati alla devastante
costruzione del fatidico ponte sullo stretto, e questo mentre dal 2014,
secondo i dati ISTAT, la popolazione residente in Calabria diminuisce in
modo continuo e accelerato. "Non si tratta più soltanto di una "perdita
di giovani" compensata dalle nascite, ma di un saldo naturale negativo,
con più morti che nati. Prima, l'alta natalità attenuava gli effetti
dell'emigrazione; dopo il 2014, il crollo delle nascite e
l'invecchiamento hanno reso lo spopolamento un fenomeno strutturale e
visibile anno dopo anno".
(S. Barresi,
https://www.lanuovacalabria.it/spopolamento-e-rassegnazione-la-lenta-scomparsa-della-calabria).
Occorre mettere a punto politiche di investimento che consentano lo
sviluppo locale, costruendo una filiera che emetta a frutto le capacità
produttive agricole locali, ne commercializzi i prodotti, creando
opportunità ed occasioni di vita e di lavoro. Si può affrontare il
problema del ripopolamento della regione proponendo il suo ruolo di
accoglienza, ben rappresentato dal modello Riace, che ha portato
all'insediamento sul territorio di numerose attività artigiane e al
reinsediamento e all'integrazione di popolazioni migranti.
Ma malgrado ogni sforzo la sinistra non riesce a proporre un candidato
credibile e alternativo per il Veneto, Regione sulla quale pensa
all'ipoteca della presenza del governatore Zaia che, benché uscente e
ineleggibile, continua a condizionarne la vita politica in quanto
collettore degli interessi regionali consolidati.
Il governo politico del paese
Il probabile esito positivo delle elezioni regionali non deve e non può
far pensare che l'opposizione abbia maturato capacità di governo e sia
in grado di mettere in discussione la maggioranza politica che governa
il paese. Essa è del tutto priva di un programma di governo, di parole
d'ordine, di temi sui quali mobilitare l'elettorato, di programmi
relativi all'economia e di proposte per superare le diseguaglianze
profonde che scavano solchi incolmabili nella società.
Che dire poi delle posizioni In politica estera Rispetto alle quali
L'opposizione si distingue per la voce flebile che è in grado di
esprimere nel condannare il genocidio palestinese e per l'incapacità di
imporre al governo di prendere le distanze dalle posizioni criminali
dell'entità ebraica, lasciandosi ingabbiare dalle facili e farisaiche
accuse di antisemitismo, che in realtà nascondono una consonanza con le
politiche con dello Stato d'Israele che si ritiene stia facendo il
lavoro sporco per conto dei nuovi nazisti.
Ma più grave e soprattutto gravida di conseguenze è la posizione assunta
dalla sinistra a proposito della guerra d'Ucraina nel perseverare nel
sostegno del governo di Kiev, sacrificando gli interessi dei popoli
europei e dissanguando le risorse finanziarie degli Stati d'Europa e il
loro welfare, per finanziare uno sforzo bellico perdente e inutile, che
più che difendere l'indipendenza nazionale ucraina, si battono per
affermare un nazionalismo becero e lurido, razzista e xenofobo che
minaccia di inquinare le contrade d'Europa e compromettere il futuro dei
popoli europei.
Da sempre il sostegno alla guerra da parte dei partiti della sinistra ha
portato con sé la sconfitta e soprattutto all'incomprensione da parte
dei propri elettori, i quali sanno bene che nelle guerre a morire sono i
proletari, i figli del popolo.
La Redazione
https://www.ucadi.org/2025/09/04/il-governo-alla-prova-delle-regionali/
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