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(it) Italy, Umanita Nova #14-25 - Lo stato dà, lo stato toglie. La risacca dei diritti civili (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Thu, 19 Jun 2025 07:56:12 +0300
Il momento dell'insediamento del presidente degli Stati Uniti, con i
suoi rituali moltiplicati all'infinito dai mass media di tutto il mondo,
è uno dei più importanti nella politica statunitense: serve per
alimentare la mitologia del potere centrale e caratterizzare la politica
degli anni a venire, sfruttando l'entusiasmo della campagna elettorale
vittoriosa. E l'attuale presidente, che più ancora dei suoi predecessori
prospera nella manipolazione dell'immagine, non ha perso l'occasione per
sfruttare il momento al massimo. Durante le primissime fasi della sua
nuova carica egli ha emesso decine di executive order, ovvero atti di
prerogativa presidenziale ed immediatamente esecutivi. Normalmente
emanati in numero ridotto, è già chiaro che questa presidenza potrebbe
battere ogni precedente record. Gli executive order di cui stiamo
parlando sono stati usati per legiferare a tappeto su una serie di
questioni chiave della campagna elettorale e dare immediata attuazione
ai temi cari alle lobby ultra-conservatrici che hanno sostenuto la
campagna elettorale. Ma non solo: questa impronta ideologica forte si
sta già riflettendo nel settore privato, autorizzando molte aziende a
rivedere in senso antifemminista e reazionario quel poco di politiche
"inclusive" che adottavano.
Gli exectuive order vanno dalla concessione di grazie alle persone
coinvolte nei fatti del 6 gennaio 2021, al rafforzamento della pena di
morte, dall'accelerazione dell'estrazione di idrocarburi, all'aumento
dei poteri dell'esercito a diverse altre materie. Alcuni riguardano
direttamente le questioni di genere. L'ordine intitolato "Difesa delle
donne dall'estremismo dell'ideologia gender e ripristino della verità
biologica nel Governo Federale" revoca il riconoscimento delle persone
trans: già durante il discorso di insediamento Trump aveva dichiarato
che "Da oggi sarà politica ufficiale del governo ... che esistono solo
due generi: maschile e femminile". Non sorprende che la rubrica di
questo atto cerchi di camuffarlo da difesa paternalistica delle donne
(ovviamente solo quelle cis-etero si presume). Come in molti altri
provvedimenti il piano legale e quello morale si confondono
completamente, con l'impiego di termini come "buon senso" e "natura",
senza alcun riguardo per la situazione materiale nel paese, dove milioni
di persone vivono la loro vita sulla base di un ordinamento giuridico
che per quanto manchevole tuttavia concedeva certi diritti, ora gettati
nel caos. Ma già creare una situazione di vaghezza normativa permetterà
l'esercizio di arbitrii polizieschi, come sta già succedendo a molte
persone migranti o non-americane. Vale ricordare che oltre al "buon
senso" e alla "natura", i costanti riferimenti ad un generico "Dio", che
è quello degli evangelici, sono tra le fonti principali dell'ideologia
dietro queste norme.
Un gruppo di tre executive order invece si occupa di rescindere le
politiche c.d. "DEI" (diversity equity and inclusion), ovvero un
complesso di politiche di "discriminazione attiva" volto a cercare di
compensare la sottorappresentazione di gruppi tradizionalmente
discriminati in alcune carriere od istituzioni. Questa pratica viene
definita "immorale", oltre illegale e inefficiente, (Trump aveva anche
cercato di attribuire un recente incidente aereo alle "assunzioni
politicamente corrette") ed alimenta il mito delle schiere di
profittatori che rubano i posti spettanti agli americani onesti,
ovverosia conformi all'immagine propagandistica della destra. Viene
vietato anche l'insegnamento dell'uguaglianza nelle scuole primarie e
medie. Il provvedimento al momento si trova parzialmente bloccato in
tribunale per un ricorso.
La calda accoglienza di questo vendicativo provvedimento da parte de*
elettr* repubblicani fa sospettare che queste persone non si rendano
conto di come la revoca di questi benefici li coinvolgerà direttamente,
nell'illusione di far parte di un mitico "noi" in perenne lotta contro
un "loro" su cui si proiettano tutti i disvalori tradizionali, e dando
l'avallo a politiche classiste i cui risultati saranno quelli di
aumentare il già incredibile divario tra ricchi e poveri nella società
statunitense. D'altronde il "cattivismo" trumpiano è una postura
demagogica esclusivamente calibrata per creare consenso da parte di una
base di votanti che va in ogni modo distratta dalla situazione reale
dell'economia, e contemporaneamente per tirare sul ghiaccio
l'opposizione su un tema estremamente impopolare. Ricordiamo che la base
giuridica per l'aborto libero e sicuro negli Stati Uniti è già stata
revocata, e che l'amministrazione Biden si è rifiutata o non ha potuto
legiferare per garantirlo definitivamente.
Rientra in questa "guerra culturale" la sentenza è stata emessa dalla
corte Suprema del Regno Unito nell'ambito di un procedimento promosso da
"For Women Scotland" un gruppo di "protezione dei diritti delle donne",
che curiosamente usa come simbolo uno specchio di Venere con due "X",
solo una delle combinazioni cromosomiche che possono portare ad un corpo
femminile "dalla nascita". La nota scrittrice di successo JK Rowling ha
contribuito pubblicamente a sponsorizzare questa causa legale, costata
£250.000, ed ha altrettanto pubblicamente esultato per l'esito
pubblicando una foto a bordo del suo yacht. Al momento su questa
decisione pende un ricorso presso la Corte Europea dei Diritti Umani,
promosso peraltro dalla prima giudice apertamente trans d'Inghilterra.
Il gruppo che ha agito questa causa presso la corte suprema chiedeva di
abrogare una norma di legge che riservava il 50% dei posti nei comitati
pubblici alle donne, perché includeva le donne trans. La sentenza rende
un'interpretazione letteralista, per cui "donna" significa donna
biologica, e quindi esclude le donne trans dalla classe di "donna" per
quanto riguarda i benefici previsti dalle leggi contro la
discriminazione. Il risultato è che questi benefici saranno limitati
alle donne cisgenere e - paradossalmente ma coerentemente - agli uomini
trans. Alcune linee guida governative dell'Equality and Human Rights
Commission (EHRC) non hanno perso tempo a conformarsi a questa
decisione, estendendone gli effetti anche oltre la portata intesa dalla
corte, generando grande caos e incertezza sia nelle persone che in molte
istituzioni. Il dibattito si incentra sui bagni, spogliatoi e altri
spazi riservati, ma è già entrata in vigore l'esclusione delle donne
trans dallo sport femminile.
L'applicazione di queste nuove norme implica accertamenti invasivi ed
imbarazzanti non solo per le persone trans, che già vedono fortemente
limitata la loro libertà di transitare nello spazio pubblico, ma
rinforza l'imposizione per tutte le soggettività "donne", comunque
intese, di femminilizzarsi accuratamente per reggere lo sguardo
normativo patriarcale. Si sa che peli, voce, muscoli, forme del corpo
sono estremamente variabili nei diversi soggetti e nelle diverse età e
che il solo dato materiale è un fondamento estremamente illusorio per
l'attribuzione di generi.
Confrontiamo la situazione con quella italiana.
In Italia la linea adottata dal governo Meloni è quella già vista della
ricostruzione dei neofascisti come amministratori responsabili e di
Meloni come "uomo di stato" affidabile tramite dichiarazioni
superficialmente rassicuranti, mentre non mancano i provvedimenti
repressivi sulle questioni di genere, come la circolare del Ministero
dell'Interno che a Marzo 2023 ha chiesto ai comuni di interrompere il
riconoscimento e le registrazioni all'anagrafe dei figli di coppie
omogenitoriali, l'istituzione della GPA come reato universale, vecchio
cavallo di battaglia della destra, ed altri. come È se il governo non
trovasse strategico impegnarsi direttamente su questi fronti in questa
fase, preferendo criminalizzare il dissenso tutto con un inasprimento
senza precedenti delle norme penali. L'Italia rimane così formalmente
nel campo dell'Europa dei diritti civili, forse per non assomigliare
troppo a quel Putin che fino a qualche anno fa fu uno dei riferimenti
politici dei partiti dell'attuale maggioranza. Ma l'attuale governo
sembra preferire muoversi sul piano amministrativo e del diniego
silenzioso dei servizi, piuttosto che legiferare apertamente contro i
diritti: basti pensare ai casi della triptorelina e gli attacchi
all'ospedale Careggi, la stessa circolare diretta alle anagrafi di cui
sopra, atti difficilmente emendabili presso la magistratura
amministrativa. Nel solo Friuli Venezia Giulia, in passato considerato
un'eccellenza nella chirurgia di riassegnazione di genere, gli
interventi sono sospesi di fatto da prima della pandemia. D'altronde in
Italia godono di ottima salute istituzioni ed associazioni
catto-fasciste dispostissime a portare avanti il campo della reazione.
Tra queste Arcilesbica nazionale da ormai diversi anni mantiene
tenacemente una posizione anti-trans, e queerfobica, (definisce la
transessualità "un sogno, un'illusione, etc..."), e pur rivendicando
un'identità politica anti patriarcale e anticlericale, ha concordato
pubblicamente con le posizioni di Giorgia Meloni sul tema, incassando
anche l'interesse incuriosito de "la nuova Bussola Quotidiana" e di Pro
Vita e Famiglia. Le richieste concrete di Arcilesbica nazionale, oltre
ai diritti per le lesbiche, sono soprattutto rivolte a chiedere linee
guida più stringenti nei protocolli per la transizione ed altre norme
anti trans. Non stupisce quindi l'esultanza per la sentenza della Corte
Suprema Britannica, ritenendo evidentemente lo sgomento delle molte
persone trans (tra cui molte lesbiche) e di molt* altr* come giustizia
finalmente resa contro frange pericolose ed una vittoria per le donne
"vere".
Ma è proprio vero che "donna si nasce"?
Molti dei diritti contro i quali si sta muovendo oggi l'internazionale
autoritaria erano stati concessi in fasi precedenti grazie anche a lotte
di base, e benché abbiano concretamente migliorato la vita e la
sicurezza delle persone LGBT, poggiavano sulla base dello sfruttamento
capitalistico delle differenze. Come tutti i diritti concessi, sono
soggetti a revoca al cambiare del vento politico, e anche le numerose
iniziative di "inclusione" all'interno delle aziende sembrano avere i
giorni contati visto che il grande capitale non ha nessun vantaggio a
non conformarsi alla nuova temperie. È prevedibile che si possa
assistere a breve ad un'inversione di tendenza in senso restrittivo nel
pinkwashing aziendale.
Ci troviamo quindi di fronte all'erosione di una serie di diritti che in
ogni caso erano concessi da un potere apparentemente benevolo ma in
realtà inaffidabile ed opportunista. I nuovi conservatori, pur
millantando di partire da dati molto concreti ed ovvi - la "biologia",
il "buon senso" - invocano il potere magico-costitutivo della parola
normante e devono necessariamente ricorrere alla prescrizione normativa
per produrre il sistema patriarcale, negando una realtà già esistente in
cui come soggettività non-cisetero pratichiamo i nostri pochi diritti.
Se il binarismo di genere fosse così ovvio ed autoevidente non
servirebbero questi megalitici dispositivi normativi per riprodurlo
continuamente. Lungi dall'essere affermazioni tecniche, neutre,
apolitiche, essi costituiscono un piano ben preciso di affermazione di
eterosessualità come norma, con buona pace delle attiviste lesbiche che
hanno partecipato a questa campagna transfobica, evidentemente illuse di
poter addomesticare il potere statale sotto la copertura della tutela
paternalistica delle donne come soggetto unicamente passivo e vittima.
Non dimentichiamo le persone intersex che scardinano ogni pretesa di
fondamento irrevocabilmente biologico del genere, e subiscono ancora tra
le più brutali violenze medicali.
Fa sempre tristezza vedere gruppi che in nome della difesa del corpo
femminile invocano la repressione di stato proprio sui corpi sessuati,
con lo spauracchio di fantomatiche situazioni di pericolo che nella
realtà non si creano mai (gli uomini cisgender sono ancora
statisticamente di gran lunga la più grande minaccia alla sicurezza),
anche a costo di creare vere, concrete e frequenti situazioni di
pericolo e disagio per le persone trans, che - nonostante magistrati,
clero e attivits* escludenti - esistono. E fa tristezza l'esultanza per
una sentenza raggiunta anche grazie alla sponsorizzazione di una
miliardaria che ha fatto del discorso TERF un suo puntiglio personale, e
che manifesta pienamente la divisione strumentale al capitale per
distrarre dall'appropriazione patriarcale del lavoro e dell'identità
stessa delle persone.
L'accanimento dei governi sulle persone non conformi, rivestito dei toni
dello scandalo e spacciato come operazione di pulizia morale, è
funzionale alla distrazione dall'impoverimento generalizzato delle
classi subalterne, dal furto di risorse e dalla corsa alle armi. Al di
là della retorica e dell'inefficienza dei governi, esiste una dimostrata
correlazione tra l'erosione o anche solo la messa in dubbio della tutela
delle minoranze ed un'accresciuta minaccia fisica per le persone,
l'aumento dei suicidi, il peggioramento dell'impiegabilità e della
qualità della vita e dell'accesso ai servizi. Impegniamoci per offrire
accoglienza, visibilità e complicità alle persone che sono a rischio di
perdere i loro diritti in un'ottica di solidarietà di classe e
continuiamo a puntare il dito contro la falsa alternativa tra libertà e
benessere economico.
Se la crudeltà eletta a sistema è la loro legalità, avremo sempre dalla
nostra parte la multiforme ingovernabile imprevedibile realtà dei generi
e della vita.
Julissa
https://umanitanova.org/lo-stato-da-lo-stato-toglie-la-risacca-dei-diritti-civili/
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