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(it) France, OCL CA #351 - Dall'8 marzo al 12 aprile Manifestazioni di primavera: la testa nella sabbia sul "fascismo che verrà" (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Mon, 16 Jun 2025 09:30:44 +0300


Dall'8 marzo al 12 aprile abbiamo vissuto un mese denso di spunti di riflessione sul periodo e sui mezzi per contrastare "il fascismo che viene". ---- Innanzitutto l'8 marzo, Giornata internazionale della donna, con appelli a manifestare in tutta la Francia, come ogni anno. Quest'anno, nel corso della sua preparazione, questa giornata è diventata tanto antifascista quanto femminista: quasi tutte le centinaia di organizzazioni e collettivi che l'hanno promossa hanno costantemente dichiarato che siamo alla vigilia del fascismo.
Quanti di noi c'erano in strada? Da 50.000 a 120.000 a Parigi secondo la polizia o gli organizzatori; Da 250 a 300.000 in tutta la Francia, secondo i più ottimisti.
Considerando l'attuale momento di difficoltà nei movimenti sociali, si può ritenere che non sia andata poi così male, e anzi sia andata un po' meglio rispetto all'anno precedente... per una manifestazione femminista rituale. Se invece consideriamo l'aspetto dello "sbarramento della strada al fascismo", visto l'appoggio e la partecipazione attiva della sinistra istituzionale, dei partiti, delle associazioni, dei sindacati e le risorse messe a disposizione da molti Comuni, non c'è motivo di gioire o di vantarsi di un successo anche solo relativo. Sarebbe meglio organizzare partenze veloci verso luoghi dove l'erba è presumibilmente più verde!

Al momento del bilancio, poiché è difficile credere che il fascismo possa essere arginato con numeri così esigui, gli organizzatori si sono concentrati nuovamente sulle rivendicazioni femministe. L'aspetto antifascista si riduceva all'essere riusciti a raggirare Nemesis e i "nous virons" che avevano cercato di infiltrarsi nelle manifestazioni per "provocare il movimento femminista e sfruttare questa lotta al servizio delle loro idee reazionarie", ci racconta Rivoluzione Permanente. Eppure è lecito chiedersi se una manifestazione in cui il discorso verte sul rifiuto dell'SO maschio dei fascisti da parte di quello antifascista (principalmente maschio) sia veramente femminista. Abbiamo l'impressione che, non avendo forze sufficienti per frenare l'ascesa dell'estrema destra, stiamo giocando una finta battaglia in una boccia per i pesci. L'UCL ha addirittura ritenuto che il numero dei dimostranti dell'8 marzo avesse "superato le aspettative"!

Il 22 marzo si è svolta la marcia di solidarietà contro il razzismo con sindacati e associazioni, sullo sfondo delle polemiche relative a un'immagine raffigurante Cyril Hanouna, diffusa da LFI, che richiamava le peggiori caricature antisemite e l'odiosa espulsione di 400 minori stranieri dalla Gaîté-Lyrique. Organizzata nell'ambito della Giornata internazionale contro il razzismo e il fascismo, ha radunato 20.000 manifestanti a Parigi, 90.000 in tutta la Francia secondo la polizia e 100.000 nella sola Parigi secondo gli organizzatori. Stessa osservazione dell'8 marzo: queste cifre sono irrisorie se si tratta davvero di "sbarrare la strada al fascismo". Ma a differenza dell'VIII, il trionfalismo era più sfumato. Gli organizzatori, che si erano ripresi, volevano certamente giustificare il loro successo raddoppiando il numero dei firmatari dell'appello, ma alla base dei manifestanti c'era una certa delusione e la consapevolezza della nostra debolezza di fronte al vuoto creato dall'episodio della Gaîté-Lyrique. La composizione sociale dei manifestanti, con la presenza di immigrati e minori stranieri, ha reso le questioni di classe molto più presenti rispetto all'8 marzo.

6 aprile, appello di LFI e degli ecologisti contro l'estrema destra a Parigi. LFI è l'unico partito capace di mobilitare la folla negli ultimi anni. Ma questa volta eravamo ben lontani dalle 100.000 persone radunate tra Bastiglia e République da Mélenchon nel pieno della campagna elettorale del 20 marzo 2022! Si trattava ormai solo di portare al fonte battesimale una sesta Repubblica. Il che, ne converremo, era di minore importanza rispetto alla questione proclamata quest'anno! Eppure questa volta c'erano al massimo 15.000 persone. Notiamo ancora una volta che questo è ben lontano dal pretendere di arginare un'ondata fascista!

Nel contesto dei piccoli battibecchi tra la sinistra, gli organizzatori non mancarono di criticare l'assenza del Partito Socialista e del Partito Comunista, attribuendo a quest'ultimo il semi-fallimento della manifestazione. Ma la cosa più importante è mantenere alto il morale delle truppe: promettiamo che il 1° maggio una "marea umana" scenderà in piazza. A dimostrazione del fatto che per i partiti le questioni politiche sono le più importanti, Alexis Corbière è stato fischiato e accusato di tradimento con il pretesto di aver lasciato LFI.
L'aspetto positivo è che la forte presenza dei blocchi palestinesi dimostra che la mobilitazione contro i massacri a Gaza coinvolge sempre più persone.

Il 12 aprile abbiamo toccato il fondo. Non meno di trenta organizzazioni hanno chiesto la difesa dello stato di diritto in tutte le città della Francia. Dalla CGT a Solidaire, dal PS a Greenpeace o Cimade, tutti erano lì per sbarrare la strada al fascismo in ascesa o, per alcuni, a quello che è già qui. Gli ingredienti per fare meglio della settimana precedente c'erano tutti, con la presenza teorica delle organizzazioni sindacali, che al momento sono le uniche a poter ancora sperare in mobilitazioni di massa nelle piazze.
Ma in realtà si trattava di superare LFI, che la settimana precedente aveva affrontato da sola lo stesso tema.
Un fiasco totale su entrambi i fronti. Raramente si è assistito a uno schiaffo più sonoro; perfino la stampa non se ne è soffermata, tanto era evidente il discredito dei partiti! In genere il numero dei dimostranti si conta nell'ordine delle centinaia di migliaia, perfino delle decine di migliaia. A migliaia, quando si tratta di una lotta locale. Questa volta, e su richiesta di tutta la sinistra socialdemocratica del paese, il conteggio è stato di centinaia di persone in alcune grandi città (appena un migliaio a Parigi, 400 a Bordeaux, 200 a Nantes, ecc.) e di decine nella maggior parte delle città francesi!
Un flop clamoroso che ha avuto l'effetto perverso di far apparire i giorni precedenti come dei successi. Che peccato!

Il continuo riferimento agli anni Trenta e alla parola stessa "fascismo" per designare tutte le sequenze di violenza che la storia ci offre per mantenere il dominio del capitale, rischia di impedirci di comprendere i nuovi meccanismi che vengono messi in atto per schiavizzare gli individui ed estrarre meglio da loro plusvalore.
Ciò consente di mascherare le specificità di ogni periodo e la complicità di coloro che pretendono di opporvisi, come gli attuali "antifascisti" che si convertono all'economia di guerra e addirittura inventano l'"ecologia di guerra".
Che non arrivi mai il momento in cui il fascismo ci sembrerà più umano del momento che stiamo vivendo!

JPD

https://oclibertaire.lautre.net/spip.php?article4438
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