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(it) Italy, Sicilia Libertaria #459: A.C.C. - DENTRO IL RISCHIO SICCITA' (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Wed, 11 Jun 2025 08:16:03 +0300
Il semestre freddo che abbiamo alle spalle (2024/2025) è stato
caratterizzato da una piovosità che, per la gran parte della Sicilia, ha
consentito un buon recupero rispetto al lungo deficit dell'anno
precedente. Fa eccezione, in parte, la Sicilia più occidentale e
sud-occidentale dove permane ancora un deficit, seppure mitigato
rispetto al 2024.
Molti invasi, di conseguenza, hanno guadagnato diversi milioni di metri
cubi e l'invaso Ancipa, uno dei più colpiti dalla siccità, ha recuperato
al punto da raggiungere un valore di riempimento molto vicino al limite
massimo (27 milioni di metri cubi su 30 totali, quando a inizio dicembre
era arrivato ad un minimo di 250.000 metri cubi). Ricordiamo che questo
invaso è un invaso d'altura, e come tale trae particolare beneficio
dalla fusione delle nevi che si accumulano sopra i 1300-1500 metri di
altezza, e che sono state abbondanti tra fine dicembre e la prima metà
di gennaio. Sottolineo questo dato poiché realizzare altri invasi
d'altura, seppure magari piccoli e più sparsi, potrebbe dare maggiori
garanzie per l'approvvigionamento idrico per gli usi civili.
Resta, invece, il problema per gli usi agricoli e industriali
dell'acqua: in questi casi, le quantità necessarie sono molto maggiori
rispetto alle necessità civili e questo resta il grosso problema per
l'isola, un problema che impone tecniche nuove. Tali tecniche, del
resto, sono state già ampiamente elaborate in ambito accademico ma non
sono state, spesso, applicate in sede di progettazione e di
pianificazione generale.
Tornando all'analisi climatica dei mesi che abbiamo alle spalle,
possiamo anche citare il notevole recupero del deficit della stazione
meteo di Enna, una delle città più siccitose nell'inverno 2023/2024 (il
cambiamento climatico sta colpendo duramente le aree interne). Dal mese
di settembre 2024 ad oggi, sono caduti più di 640 millimetri, un dato
superiore alle medie e, da gennaio 2025, siamo a 370-380 millimetri,
anche questo un dato che supera i valori normali, e non di poco: il solo
evento di metà gennaio ha determinato un accumulo di oltre 100-120
millimetri in appena 3 giorni.
Se sul piano della piovosità, siamo, con le eccezioni di cui abbiamo
detto, dentro un quadro più rassicurante, non possiamo esserlo se ci
riferiamo alle temperature medie. Solo il mese di dicembre 2024 ha fatto
registrare una temperatura media prossima alla norma, almeno nelle aree
interne e montuose che hanno beneficiato della neve di Natale, caduta
con accumulo dai 700 metri sul livello del mare in su. Gli altri mesi da
gennaio in poi hanno invece registrato temperature medie superiori alla
norma. A parte la già citata lunga fase fredda di Natale, le gelate
nelle aree esposte sono state molto minori rispetto alla media, ed
alcune si sono avute solo grazie al fenomeno detto di inversione termica
notturna (l'aria fredda, nelle notti serene, scende dai versanti e si
accumula nei fondovalle) e non per la presenza di aria realmente fredda
in quota. Ha prevalso, quindi, lo scirocco, per molte settimane. Questo,
se da un lato ha tenuto lontane le correnti artiche, da un altro lato è
stato il vero protagonista, nelle aree interne e orientali, delle
abbondanti piogge e dei tipici flussi nebbiosi, flussi che hanno
impedito picchi diurni di temperatura. In definitiva, le temperature
sono state in media o anche poco più basse della media di giorno, ma ben
superiori la notte. Nelle aree costiere, invece, soprattutto occidentali
e settentrionali, lo stesso scirocco si è manifestato con un carattere
ben più mite e con un conseguente surplus termico medio ben maggiore,
anche di 2 gradi oltre la norma.
Ora si apre il semestre caldo (15 aprile-15 ottobre). Dobbiamo sperare
che siano meno incisive le risalite del promontorio anticiclonico nord
africano il quale, come purtroppo ben sappiamo, dal 2021 in poi ha fatto
un salto di qualità, in negativo ovviamente: se in passato la sua
persistenza, a parte situazioni eccezionali, durava 7-9 giorni con
valori sopra media di 3-6 gradi, negli ultimi anni si registrano
persistenze di 12-16 giorni con valori sopra media di 6-8 gradi. Un
altro clima, quella che chiamo la neo estate. Di fronte a queste
configurazioni, ricordiamo, non c'è pioggia sufficiente che possa
garantire gli equilibri degli agroecosistemi: le perdite per
evapotraspirazione diventano talmente rilevanti che anche le scorte più
abbondanti e le colture più resistenti sono a rischio.
E' il cosiddetto sovra riscaldamento europeo, un surplus spesso doppio
rispetto ad altre aree temperate del pianeta: il cambiamento climatico
sta facendo rallentare le correnti oceaniche atlantiche con la
conseguente formazione di ondulazioni che persistono per settimane. In
particolare, è ricorrente la formazione di una falla barica a ovest
della Penisola Iberica che fa risalire aria caldissima sahariana verso
il nostro Mediterraneo. Viviamo uno dei luoghi simbolo del global
warming, un ambiente già molto fragile prima del cambiamento, e che
adesso è sempre più a rischio.
Luca Alerci
https://www.sicilialibertaria.it/
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