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(it) Italy, Sicilia Libertaria #459: CPR = LAGER - "Voglio vivere per essere amato, non per morire qui" (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Tue, 10 Jun 2025 06:53:49 +0300


Queste sono le grida d' aiuto dei migranti rinchiusi nel CPR di Contrada Milo a Trapani. Continuano le testimonianze "Il letto, il tavolo, le sedute sono di cemento. Entrano farmaci, alcuni sono calmanti. Venite a vedere i bagni, ogni stanza, il cibo che ci danno". Le condizioni disumane e liberticide del centro, come in tutti gli altri cpr italiani, hanno indotto i migranti a compiere tentativi di suicidio e atti di autolesionismo, mossi dalla disperazione di vivere giornalmente sotto tortura per poi essere rimpatriati. Non hanno nessun supporto legale e non hanno nessun contatto con l' esterno nemmeno per parlare con i familiari, perché i cellulari vengono sequestrati.

Tutto questo per evitare che fuori dalla struttura si venga a conoscenza delle torture inflitte ai prigionieri. L' ultimo video risale a Lunedì 24 Marzo, un migrante ha utilizzato di nascosto uno smartphone con la videocamera rotta, per registrare una persona che tentava di impiccarsi, ma è stato scoperto dagli agenti che hanno iniziato a picchiare, ferendo nove persone.

Quel giorno, molti dei 150 migranti iniziarono a fare lo sciopero della fame, della sete e dei medicinali, per rivendicare i loro diritti e per poter ottenere un cellulare.

In Italia questi centri furono istituiti nel 1998, chiamati Centri di Permanenza Temporanea e di Assistenza (CPTA), introdotti con la legge Turco-Napolitano (1998), il migrante, in assenza del permesso di soggiorno, veniva trattenuto nei cpta per un periodo massimo di 20 giorni, prorogabile di ulteriori 10 giorni.

I migranti sono definiti ospiti, nella legge, nella realtà è tutto l'opposto: il primo cpta fu istituito a Trapani, inaugurato nel Luglio 1998, nei locali della Casa di Riposo per Anziani "Rosa Serraino Vulpitta", ci furono fin da subito rivolte, atti di autolesionismo e tentativi di fuga.

Nella notte tra il 28, 29 Dicembre 1999, sei ragazzini tunisini usarono delle lenzuola per creare una corda e scappare dal centro, ma furono scoperti e portati nella cella n3, qui uno dei trattenuti aveva reclamato ai poliziotti la mancanza di letti, in quanto ce n' erano solo otto disponibili e loro erano in dodici. Uno dei poliziotti rispose: "Non me ne frega niente. Dormi per terra. Non sono affari miei". Hedi, sentendo queste frasi, decise di appiccare il fuoco a dei materassi, il rogo divampò velocemente e la porta della cella non venne aperta subito, perchè i poliziotti non trovarono le chiavi.

Questo causò la morte di sei ragazzi: Rabah, Nashreddine, Jamel, Ramsi, Lofti e Nasim.

Il passaggio dai cpta ai cpr di oggi, è avvenuto tramite una serie di leggi:

- La legge Bossi-Fini (2002) che aumentò la durata massima di trattenimento fino a sessanta giorni.

-Il pacchetto sicurezza (2008) del governo Berlusconi, attribuiva ai Sindaci l'obbligo di segnalare alle autorità gli stranieri irregolari per l'espulsione. I CPTA vennero rinominati in centri di identificazione ed espulsione (CIE).

-La Legge Minniti-Orlando (2017) trasformava i cie in cpr, più piccoli e diffusi in i siti e aree esterne ai centri urbani, venne inoltre aumentata la durata di trattenimento fino a novanta giorni.

-Il Decreto Sicurezza (2018) voluto da Matteo Salvini, aumentò la durata di permanenza nei centri fino a centottanta giorni e si stilò un elenco di "paesi di origine sicuri". Come se il governo fosse capace di definire ciò che è sicuro o no per un migrante.

-Il decreto Legge (2023) del governo Meloni, ha innalzato la durata della detenzione fino a diciotto mesi.

Passano gli anni, cambiano i governi, cambiano gli enti gestori dei cpr, l' unica costante è il profitto sulla pelle dei migranti: inizialmente con la Croce Rossa Italiana, poi con il Governo Berlusconi IV (2008) si inserirono le Cooperative: Connecting People Onlus, Consorzio Hera, Officine Sociali...

Il guadagno dell'ente gestore dipende dal numero dei migranti nel cpr, per questo ci sono stati casi in cui il migrante non era in condizioni fisiche e psichiche per poter stare nel centro di detenzione, ma risultava comunque idoneo al trattenimento.

Nessuno dovrebbe essere idoneo a trattamenti di tortura e violenza.

L' immigrazione viene considerata da due prospettive diverse e opposte: da una parte i migranti vengono sfruttati come braccianti nelle campagne, sottopagati in ritardo e sottoposti a molte ore di lavoro. Spesso i padroni, per convenienza, denunciano la loro condizione di "irregolarità" per non pagarli e farli rinchiudere nei cpr. Dall' altra parte i politici utilizzano il fenomeno migratorio con fine propagandistico.

"Difendere i confini italiani non può essere mai un crimine" cit. Giorgia Meloni, "I respingimenti sono l'unica via per salvare vite ed evitare una invasione dei nostri territori che non porterà nulla di buono" cit. Matteo Salvini, "Non possiamo arrenderci all'idea della sostituzione etnica" cit. Francesco Lollobrigida.

Queste dichiarazioni hanno lo scopo di falsificare la realtà e creare una narrazione a loro vantaggio: il migrante è un criminale, il nemico da cui bisogna difendersi perché minaccia la sicurezza della nazione, è contro la nostra identità e la nostra cultura. Il fine della destra è quello di destabilizzare il popolo per poter creare delle leggi che privano la libertà del "pericoloso" migrante. Come il decreto sicurezza del governo Meloni, firmato da Mattarella l' 11 Aprile "Nei CPR chiunque partecipi ad una rivolta è punito con la reclusione da uno a quattro anni. Punite anche le condotte di resistenza passiva".

Il migrante diventa il capro espiatorio e lo Stato, vero responsabile, mantiene il potere senza aver timore di essere messo in discussione.

I politici della cosiddetta "opposizione" criticano le azioni del governo, fanno sfilate nei cpr e interrogazioni parlamentari per creare un consenso da quella parte di popolazione più sensibile alla vita dei migranti, in realtà non cambia nulla.

Un sabotaggio potrebbe essere compiuto dal personale medico e sanitario nel non dare a nessun migrante l' idoneità per l' accesso ai cpr, ma sappiamo che non tutti decidono di assumersi questo rischio.

Di sicuro si continuerà ad andare sotto le mura dei centri, come è successo al cpr di Trapani giorno 10 Aprile, dove un gruppo di solidali ha potuto comunicare con i migranti: "FREEDOM HURRIYA LIBERTÀ".

La verità è che continueranno ad esistere i cpr, i luoghi di detenzione, gli hotspot, fino a quando esisterà lo Stato. Fa tutto parte di un unico sistema.

Solidarietà a chi lotta per la libertà, ricordiamo Ousmane Sylla, Moussa Balde morti per "suicidio" e tutte le vittime di questo sistema capitalistico.

Il termine "suicidio" è usato impropriamente, diamo il giusto significato: omicidio di Stato.

(A)

https://www.sicilialibertaria.it/
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