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(it) France, Monde Libertaire - Forza ragazzi, diamoci da fare con il sabotaggio! (ca, de, en, fr, pt, tr)[traduzione automatica]

Date Sat, 7 Jun 2025 10:10:28 +0300


Quando si parla dell'elenco delle armi a disposizione dei lavoratori nella loro lotta contro il padrone e, più in generale, contro il capitalismo, si parla di sciopero. E questo è tutto. ---- Un triste arsenale, riassunto in un approccio certamente necessario, liberatorio e potente, ma anche costoso e pericoloso, perché porta con sé inevitabilmente il rischio di indebolire la determinazione dei lavoratori, i quali, a stomaco vuoto, non possono competere in termini di resistenza finanziaria con le fabbriche sfruttatrici dei loro padroni. ---- Eppure! Ci sono altre leve. Leve che vennero teorizzate quasi contemporaneamente, sempre dalle stesse persone, gli anarchici. In questo caso, Émile Pouget. Pouget, Le Père Peinard, attivista della CGT, che partecipò all'elaborazione della Carta di Amiens. Pouget parla di boicottaggi (menzionati anche nel libro), ma anche e soprattutto di sabotaggi. Il sabotaggio ha una cattiva reputazione. Fu rapidamente messo da parte nel cassetto delle pratiche obsolete quando, successivamente, le fabbriche vennero occupate nel 36. Ora era necessario sequestrare i mezzi di produzione e non più distruggerli. E il sabotaggio venne dimenticato, relegato ai gloriosi ricordi delle operazioni FTP e di altre brillanti azioni della Resistenza contro l'occupante nazista.

Ma questo rimprovero da parte di una parte della sinistra si basava solo su una definizione parziale del sabotaggio. Il sabotaggio non è solo distruzione, non è solo la neutralizzazione definitiva degli strumenti di lavoro, tutt'altro. È anche e soprattutto un modo per incidere sull'equilibrio di potere che è la lotta di classe. In questa raccolta di testi tematici, Émile Pouget torna in particolare alle sue origini e al "go canny" dei prolet scozzesi, quegli operai che esortavano i colleghi, troppo di fretta, a prendersi il loro tempo, a fare il lavoro, ma in silenzio, lentamente, persino male. "Scarso stipendio, pessimo lavoro!" era il loro motto. E avevano ragione. Pouget spiega il trucco: quando compri un pezzo di carne a cinque centesimi, lo ottieni a cinque centesimi. Se lo paghiamo dieci centesimi, otterremo un pezzo di barbecue di qualità migliore o superiore, ma di qualità inferiore. Se spendiamo solo due centesimi, avremo una lombata stantia e nervosa.

"È tutto business!... Vale a dire, inganno."

Perché il lavoratore intrappolato in questo sistema spietato non dovrebbe gestire la sua forza lavoro allo stesso modo? Avrebbe dovuto lavorare fino allo sfinimento per una miseria? No. Ben pagato, lavora sodo. Essendo mal pagato, è più lento o più goffo. Accorcia la pala, commette qualche errore calcolato e finisce per produrre un prodotto di qualità inferiore. Questa azione diretta ma discreta gli garantisce quindi un certo anonimato e lo protegge da eventuali rappresaglie. E se il capo decide di tagliargli di nuovo lo stipendio, si renderà presto conto che ciò che guadagna a spese del lavoratore, lo farà perdere dieci volte in volume di vendite... Anche questo è sabotaggio. Un mezzo di lotta che Pouget e coloro che più tardi sarebbero stati designati con il soprannome, apparentemente umiliante ma di cui il movimento si sarebbe appropriato in seguito, di "anarcosindacalisti", riuscirono a far passare nelle mozioni della giovane CGT. E questo metodo, molto flessibile (huhu) permette sia di lottare contro un calo salariale in una fabbrica, sia di estenderlo a dimensioni più ampie, una volta coordinato, con un obiettivo rivoluzionario. Il sabotaggio aveva anche lo scopo di contrastare la mobilitazione e tentare di impedire lo scoppio di guerre, in un contesto di diffusa sete patriottica.

Il libro offre l'opportunità di (ri)scoprire l'indescrivibile arguzia di Pouget/Peinard, di soffermarsi su altri testi da lui scritti, in particolare su La Guerre sociale, ma anche su articoli di Sébastien Faure o su una superba pubblicazione di Henriette Valet, del 1933, sulla sua esperienza tra le "signore del telefono". Contiene anche alcuni documenti molto pratici su come tagliare i fili del telegrafo o danneggiare una locomotiva, riportandoci per un attimo alle lotte dei compagni di un tempo. E la vera chicca di Ruspinskoff è il glossario finale, che elenca una serie di termini fioriti tratti da "bravi ragazzi" e "belle donne" che Père Peinard snocciola nei suoi pensieri untuosi.

Victor Cachard,
Émile Pouget e la rivoluzione attraverso il sabotaggio
Edizioni Libre, 2022, 244 pag., 16EUR

https://monde-libertaire.fr/?articlen=8359
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