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(it) Italy, UCADI #196: Cosa c'è di nuovo - La guerra di giornalisti, opinionisti ed analisti (ca, de, en, pt, tr) [traduzione automatica]
Date
Fri, 6 Jun 2025 08:42:38 +0300
La frequenza sempre maggiore con la quale giornalisti opinionisti e
analisti sono chiamati oggi a raccontare e commentare le guerre ha
portato alla ribalta quanto di peggio un'industria dell'informazione,
prezzolata ed eterodiretta, è stata in grado di produrre. Del resto,
siamo in guerra e, come diceva Goebbels, Ministro nazista della
propaganda, durante i conflitti l'informazione, le notizie e il loro
commento sono un'arma potentissima in mano ai contendenti per combattere
e vincere. ---- D'altra parte quelle in atto sono guerre atipiche in
quanto l'intero Occidente è in guerra, anche se e dove la guerra non è
dichiarata; la guerra è combattuta con ferocia e senza esclusione di
colpi, soprattutto nel campo dell'informazione, distorcendo,
selezionando, commentando artatamente le notizie, fornendo previsioni,
finalizzate a mantenere saldo il controllo sociale e ad orientare
l'opinione pubblica. Nel nostro paese questa categoria di pennivendoli
somiglia sempre più agli untori di manzoniana memoria che "informavano"
sulla peste, spargendo le notizie più incredibili sulle cause e gli
effetti, il responsabile del morbo. Restringendo le nostre vibrazioni
alle due guerre a noi più vicine geograficamente e culturalmente
rileviamo una prima differenza nell'affrontare le notizie diffonderle e
commentarle: da una parte c'è la guerra d'Ucraina In relazione alla
quale le notizie vengono date in modo da suscitare maggiore angoscia,
maggiore apprensione, a volte giustificando questa necessità con il
fatto che si tratta di una guerra a noi più vicina. Eppure l'Ucraina è
più lontana dall'Italia di 450 km circa rispetto a quanto non sia la
Striscia di Gaza, ma mentre i morti della guerra Ucraina, soprattutto se
ucraini, sono figli di un Dio maggiore i palestinesi di Gaza sono figli
di un Dio minore, ancora meno ucciso in Cisgiordania: un morto ucraino,
rispetto ad un gazawi vale 10 volte di più, ad essere parchi e generosi.
Informazioni sulle vittime è solo la punta delle slides perché tutte le
notizie che riguardano i conflitti vengono date con tecniche, parole,
drammaticità estremamente differenti: l'Ucraina è il paese aggredito
anche se la guerra civile nel paese era in corso dal 2014, Israele è il
paese aggredito, ma mai si ricordano le condizioni di oppressione di
Gaza e di vita dei gazawi prima del 7 ottobre. Le distruzioni gli
obiettivi civili in Ucraina riguardano principalmente le infrastrutture
economiche e belliche mentre Gaza è ridotta ad un cumulo di macerie
totale ed assoluto. Eppure una bomba finita e comunque comprensibile
visto che sotto potrebbero esserci dei tunnel. E potremmo continuare
all'infinito!
Doppio pesismo e informazione faziosa
Ma dove questi specialisti della disinformazione danno il meglio di sé
sono i commenti dei cosiddetti esperti ed analisti, i quali maneggiano
le notizie con il condimento di false informazioni indotte a produrre in
chi legge o ascolta conclusioni ed aspettative errate, ma funzionali
agli interessi che difendono. Il caso forse più clamoroso riguarda
l'appartenenza della Crimea all'ucraina: è un fatto che la penisola ha
fatto amministrativamente parte dell'Ucraina dal 1954 al 1991, (solo per
37 anni), e dal 1991 al 2014, ovvero per altri 23 anni), mentre è stata
parte integrante della Russia dal 1783. Ne consegue che invece di
rivendicare il diritto dell'uno o dell'altro contendente a possederla
bisognerebbe sostenere la necessità di un referendum libero che ancora
una volta consenta ai suoi abitanti di esprimere il diritto
all'autodeterminazione dei popoli.
Per quanto riguarda Gaza, consapevoli della montagna di pronunciamenti
dell'ONU a favore dell'esistenza dei due Stati palestinesi e israeliano,
costoro si salvano la coscienza, continuando a ripetere la cantilena dei
due popoli, due Stati, anche se di fatto strizzano l'occhio,
apparentemente inorriditi, di fronte alla proposta trumpiana di farne
una gigantesca speculazione edilizia.
Ma dove tutti costoro danno il meglio di sé è nel distillare notizie
positive sullo scontro militare in atto in Ucraina, producendo
l'illusione di una vittoria ucraina inevitabile e possibile, sottacendo
ogni notizia relativa all'illegalità del regime instaurato a Kiev, alla
grande corruzione che lo caratterizza, alla negazione della libertà
religiosa nel paese, all'esistenza in seno all'Ucraina di una guerra
civile, alle notizie su diserzioni e renitenze di massa alla leva,
all'esistenza in Ucraina di una componente russofona, che non si sente
rappresentata dal governo installatosi a Kiev e che ritiene sia un atto
un colpo di Stato. Questa unilateralità dell'informazione è finalizzata
a tenere alto il fronte interno con il risultato di richiedere ulteriori
sacrifici ad una popolazione stanca e stremata dalla guerra.
Di fronte ai conflitti, anche se l'etica professionale di chi fa il
mestiere del giornalista imporrebbe il dovere di fornire informazioni il
più possibile obiettive, le opinioni di parte sono comprensibili, a
condizione di dichiararle e di non spacciarle come verità rivelate o
come informazioni oggettive. È grave quanto fanno opinionisti e
opinioniste, politologi e politologhe, palesemente e faziosamente
orientate, che vanno per la maggiore soprattutto nel nostro paese, e che
si spacciano come "esperte o politologhe", rivestendo le loro
affermazioni di una patina di scientificità per incitare alla guerra
alla ricerca di una "pace giusta." Costoro sono piuttosto zelanti
militanti e combattenti per la loro parte politica che, non rivelandosi
nella loro reale funzione, svolgono quella degli untori.
https://www.ucadi.org/2025/04/28/cosa-ce-di-nuovo-la-guerra-di-giornalisti-opinionisti-ed-analisti/
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