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(it) Italy, anarres info: 2 LUGLIO. NO ALLA CITTÀ DELLE ARMI! NO ALLA NATO A TORINO! (ca, de, en, pt, tr)[traduzione automatica]
Date
Sun, 3 Jul 2022 09:45:28 +0300
Sabato 2 luglio ore 16 ---- No alla guerra e a chi la arma -- No alla Città
dell'aerospazio! No alla Nato a Torino -- giornata di informazione e lotta in via
Roma 100 di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale
del Piemonte ---- Torino punta tutto sull'industria bellica per il rilancio
dell'economia. Un'economia di morte. Torino è già oggi uno dei maggiori centri
dell'industria bellica aerospaziale. Sono 350 le aziende grandi e piccole con un
fatturato di circa 7 miliardi di euro. ---- Sempre a Torino sta per partire la
costruzione della Città dell'Aerospazio, un centro di eccellenza per l'industria
bellica aerospaziale promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico
subalpino. La Città dell'Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso
Marche, ospiterà un acceleratore d'innovazione nel campo della Difesa, uno dei
nove nodi europei del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic
(D.I.A.N.A), una struttura della NATO.
Questo progetto, partito nel giugno 2021 a Bruxelles, si inserisce nel programmi
di innovazione tecnologica della NATO per il 2030. Compito del polo di Torino
sarà quello di coordinare e gestire, attraverso bandi e fondi messi a
disposizione dai Paesi alleati, la rete delle aziende e degli acceleratori di
tecnologia italiani, per metterli a servizio delle necessità dell'Alleanza. In
attesa della costruzione della Città dell'aerospazio l'acceleratore di
innovazione avrà sede alle OGR.
In questo progetto la NATO investe un miliardo di dollari. Una montagna di soldi
che verranno utilizzati per produrre tecnologie sempre più sofisticate, sempre
più mortali.
L'industria bellica è il motore di tutte le guerre. La Città dell'Aerospazio e
l'acceleratore di innovazione della NATO sono sostenute attivamente dal governo
della città, da quello della Regione e da Confindustria.
Giocano la carta del ricatto occupazionale, in una città sempre più povera, dove
arrivare a fine mese è sempre più difficile, dove salute, istruzione, trasporti
sono sempre più un privilegio per chi può pagare.
I poveri del nostro paese, ogni volta che vanno a fare la spesa, portano a casa
sempre meno cibo, abiti, medicine, perché l'aumento dei prezzi dell'energia e dei
beni di prima necessità sta rendendo ancora più precarie le vite di noi tutti.
In questi mesi di guerra in Ucraina, migliaia di persone sono state uccise,
torturate e stuprate, altre hanno perso la casa e preso la via dell'esilio. Il
governo italiano ha inviato armi in Ucraina, moltiplicato il numero di militari
impiegati ai confini con l'Ucraina e il Mar Nero, aumentato la spesa bellica.
I riflettori sull'Ucraina non devono distoglierci dalle altre 55 guerre che
insanguinano il pianeta lontano dai riflettori dei media.
L'Italia è impegnata in ben 40 missioni militari all'estero, di cui 18 in Africa,
dove le truppe tricolori fanno la guerra ai migranti e difendono gli interessi di
colossi come l'ENI.
Provate ad immaginare quante scuole, ospedali, trasporti pubblici di prossimità
si potrebbero finanziare se le la ricerca e la produzione venissero usate per la
vita di noi tutti, per la Cura invece che per la guerra.
Bloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di
ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno
concreto contro la guerra. Contro tutte le guerre.
Le armi che uccidono donne, uomini e bambini in ogni angolo del pianeta sono
costruite anche a due passi dalle nostre case, a due passi dal giardinetti dove
giocano i nostri bambini e bambine.
Per fermare le guerre non basta un no, non bastano le bandiere arcobaleno: urge
mettersi di mezzo per chiudere e riconvertire le industrie di morte, per opporsi
all'aumento della spesa militare, per bloccare l'invio di armi sui fronti di guerra.
Oggi ci vorrebbero tutti arruolati nella guerra imperialista tra la Russia e
l'Ucraina. Noi non ci stiamo. Noi non ci arruoliamo né con la NATO, né con la
Russia. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli
Stati e delle loro pretese espansionistiche.
Siamo a fianco della gente che muore sotto le bombe in Ucraina, siamo a fianco di
chi, in Russia, subisce carcere e repressione per essersi opposto all'invasione
dell'Ucraina.
Siamo a fianco dei lavorator* ucraini che una nuova legge obbliga a 12 ore di
lavoro al giorno, mentre i padroni possono anche differire i salari. Siamo contro
l'economia di guerra qui e ovunque.
Siamo a fianco di chi, in ogni dove, diserta la guerra tra gli stati, che si
contendono il dominio imperiale sui territori, le risorse, le vite di donne,
uomini e bambin*.
Siamo contro la guerra e chi la arma, a partire dal colosso armiero Leonardo, che
fa buoni affari con tutti e sta per costruire a Torino la città dell'aerospazio.
Vogliamo un mondo senza frontiere, eserciti, oppressione, sfruttamento e guerra.
Sabato 2 luglio ore 16
giornata di informazione e lotta in via Roma 100
di fronte all'ingresso di Galleria San Federico, dove ha sede il DAP - Distretto
Aerospaziale Piemontese
Coordinamento contro la guerra e chi la arma
https://www.anarresinfo.org/2-luglio-no-alla-citta-delle-armi-no-alla-nato-a-torino/
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